La violenza nei confronti delle donne: la comunità cristiana non può tacere. Posted on 11.25.13 by Maddalena Policaro Vogliamo esprimere pubblicamente la nostra gratitudine al vescovo Franco Giulio perché nella terza parte della lettera pastorale “Come sogni la Chiesa di domani ?”, ha ritenuto di inserire nella “lista” delle nuove povertà che affliggono le nostre “periferie esistenziali” (accanto alla “fragilità degli adolescenti”, alla “mancanza di futuro per i giovani”, alle “famiglie dal cuore ferito”, alla “terribile scarsità di lavoro”, alla “solitudine degli anziani” e alla “marginalità dei nuovi venuti”) anche la “violenza sulle donne”: un inquietante fenomeno che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “forse la più vergognosa e pervasiva violazione dei diritti umani” che si consuma spesso tra le mura domestiche. Le Nazioni Unite, infatti, stimano che nell’arco della vita una donna su cinque sarà vittima di stupro, una su tre sarà maltrattata, abusata o costretta a rapporti sessuali contro la propria volontà proprio da parte di un membro della famiglia o da un conoscente. La lettera pastorale auspica che le comunità parrocchiali, in quanto “case di prossimità”, diventino spazio di accoglienza per le persone che soffrono a causa di quelle che vengono condivisibilmente chiamate “malattie tipiche della nostra società del mercato e del consumo”. Il fatto che mai come oggi il fenomeno della violenza nei confronti delle donne sia additato alla severa riprovazione sociale e abbia risvegliato le nostre coscienze costituisce un vero e proprio “segno dei tempi”. Se per “segno dei tempi” vanno intesi quei fenomeni che, per la loro diffusione e frequenza, caratterizzano un’epoca e attraverso i quali vengono fatti emergere bisogni e aspirazioni dell’umanità contemporanea. Di qui l’urgenza di contribuire, anche come comunità ecclesiale, a che la vita di ogni donna rifletta ogni giorno e sotto ogni aspetto l’immagine universale della dignità umana. Debellando la cultura maschiocentrica del dominio e della prevaricazione. Contribuendo ad affermare la cultura del rispetto e della libertà, dello scambio paritario e della reciproca accoglienza. Nella consapevolezza che il protagonismo della donna è indispensabile per uscire da situazioni complesse di dolore e per rimuovere le cause dell’asimmetria di potere e di opportunità che ancora esiste all’interno della relazione tra uomini e donne. Ma anche nella convinzione che sia quanto mai necessario coinvolgere gli uomini nella prevenzione e nel contrasto delle tante forme di relazioni intime che convivono con violenze psicologiche, economiche, verbali, spirituali o fisiche nei confronti delle donne. La celebrazione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra, su iniziativa dell’ONU, il 25 novembre di ogni anno, possa richiamare la comunità cristiana e la società civile ad un rinnovato impegno per prevenire i comportamenti violenti, per riconoscerli e rendere legittima la richiesta di serenità e liberazione dalla violenza a quante la subiscono. Quanto affermava Giovanni Paolo II nella “Lettera alle donne” del 29 giugno 1995 risulta essere di straordinaria attualità: “Sono convinto che il segreto per percorrere speditamente la strada del pieno rispetto dell’identità femminile non passi solo per la denuncia, pur necessaria, delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma anche e soprattutto per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione, che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile, a partire da una rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna”. Noi, caro vescovo Franco Giulio, “sogniamo” una Chiesa rispettosa e amica delle donne, capace di offrire a tutti i livelli modelli di relazione tra donne e uomini fatti di accoglienza, rispetto, tenerezza, empatia e reciprocità, disponibile a collaborare incisivamente con tutte le istanze della società civile per difendere dignità, ruolo e diritti delle donne, liberandole in primo luogo da ogni forma di sopruso, dominio e reificazione. E ci piacerebbe che, in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, nelle nostre chiese si pregasse con le parole suggerite da Giovanni Paolo II nel corso della “preghiera universale della giornata del perdono” del 12 marzo 2000: “Preghiamo per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate, e riconosciamo le forme di acquiescenza di cui anche cristiani si sono resi colpevoli”. Il Consiglio Direttivo di “Liberazione e speranza-Onlus” Lunedì, 25 novembre 2013 Condividi:CondivisioneFacebookE-mailStampa